venerdì 6 gennaio 2017

"Assassin's Creed" - La recensione


La Ubisoft è una società francese di sviluppo e produzione videogiochi di grande successo, che è stata da sempre interessata allo sviluppo di progetti volti alla trasposizione delle loro creature in film d’azione di grande impatto. Uno dei maggiori best seller Ubisoft è appunto Assassin’s Creed, gioco ispirato al romanzo di ambientazione iraniana del 1938 Alamut scritto dallo sloveno Vladimir Bartol. 

La società francese circa cinque anni fa decide di creare un film partendo dall’universo di Assassin’s Creed, ma formando una propria società di produzione, per avere la possibilità di mantenere un controllo sulla storia e sull’uso dei personaggi e decidono da subito di contattare Michael Fassbender per il due ruoli principali e l’attore diviene da subito interessato all’aspetto principale della vicenda ossia il concetto che nel nostro DNA sia scritta la storia la memoria di tutti i nostri antenati. 

Della scrittura del film prima viene incaricato Michael Lesslie, successivamente sostituito da Bill Collage e Adam Cooper e come succede quasi sempre in questi casi le sceneggiature rimaneggiate a più mani non riescono perfettamente, infatti il più grande neo di questo film lo dobbiamo allo sceneggiatura che non è riuscita ad essere fluida e non rende onore alle idee alla base del videogioco fornendoci molteplici elementi e soggetti senza approfondirli nella giusta maniera. Questo fa in modo che gli spettatori non giocatori si trovano a dover acquisire informazioni come dati di fatto senza apparente filo logico, percorso che riesce molto più facile agli spettatori / giocatori. 

I protagonisti sono due nel mondo moderno è Callum Lynch, che nel videogioco è chiamato Desmond Miles, mentre il suo antenato spagnolo è Aguilar de Nerha ossia Altair Ibn La - Ahad nel supporto ludico. Il film si apre nell’epoca moderna con Cal condannato a morte per iniezione letale, in quanto assassino, ma viene salvato dalla scienziata Sofia (Marion Cotillard) e viene informato di trovarsi nella società Abstergo che ha bisogno delle conoscenze e della memoria del suo antenato Aguilar, così viene costretto ad entrare nell’Animus, la macchina di realtà virtuale creata per poter accedere a questa memoria racchiusa nel DNA. Il protagonista si trova catapultato nel passato al tempo dell’Inquisizione spagnola e qui vediamo edotti sull’esistenza di due ordini da una parte i Templari che rappresentano il potere costituito e dall’altra parte gli Assassini che sono i rivoluzionari che tentano di preservare la libertà e il libero arbitrio delle persone. Questa è la lotta che Callum / Aguilar deve affrontate, il cast oltre a Marion Cotillard vede Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Denis Menochet, Michael K. Williams, Ariane Labed e Charlotte Rampling

La non idoneità dello script viene aggravata appunto dalla presenza di un cast di questo livello a cui non viene data la possibilità di esprimersi adeguatamente. Ma speriamo che nei prossimi episodi di questo franchise le sceneggiature migliorino e rendano giustizia al plot di valore che è insito nel videogioco di partenza. 

Il vero punto di forza di Assassin’s Creed risiede nel virtuosismo e nel talento registico del regista australiano Justin Kurzel, che lavora per la seconda volta con Michael Fassbender dopo il pregevole Macbeth del 2015, il lavoro svolto è immenso in quanto riesce a gestire meravigliosamente tutte le scene di azione che ci trasportano soprattutto per quanto riguarda il passato a combattere ed a volare letteralmente con i personaggi e da rilevare è il famoso Leap of Faith di Aguilar realizzato dal grandissimo stunt man Damian Walters. Il protagonista Michael Fassbender in questo film da il meglio di se con il suo corpo scattante e muscoloso, sembra nato per la disciplina del parkour e delle arti marziali, questo devo dirlo è il suo ruolo più fisico. 


Altra menzione d’onore va alla fotografia di Adam Arkapaw che fa un lavoro eccezionale donando freddezza al presente e calore al passato con i suoi toni ocra e marrone, e devo fare i complimenti anche a Jed Kurzel che scrive una colonna sonora bellissima e consiglio vivamente di rimanere in sala dopo i titoli di coda per non perdere un pezzo musicale stupendo. 

Voto: 7,5

Gina Carlini

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