sabato 25 ottobre 2014

Scoprendo Fassbender: Fish Tank


Mi accingo con una certa trepidazione a parlare di uno dei film che prediligo maggiormente nell’ambito del cinema indipendente britannico e che costituisce, inoltre, una delle tappe fondamentali della carriera di Michael Fassbender: Fish Tank. Pellicola vincitrice sia il Premio della Giuria al Festival di Cannes che del Premio Bafta per il miglior film britannico del 2009, diretto dalla registra britannica Andrea Arnold, da sempre attenta all’osservazione di realtà particolari e all’evoluzione psicologica dei propri personaggi.
Fish Tank è ambientato nella provincia inglese, ma non quella delle casette tutte uguali, carine e così caratteristiche, ma la provincia costituita dagli enormi ed anonimi e grigi palazzoni delle case popolari dove vive una famiglia non convenzionale e mal funzionale composta da una madre single e da due figlie.
La madre è una donna molto assorbita dalla propria esistenza per occuparsi propriamente della prole, di cui la maggiore Mia, un’adolescente di quindici anni, interpretata da Katie Jarvis, all’esordio davanti alla macchina da presa, che venne notata dal direttore del Casting mentre stava litigando animatamente con il suo fidanzato e prontamente invitata alle selezioni per il personaggio.
Mia è un’adolescente problematica, espulsa dalla scuola, senza amici, con una grande rabbia interiore che sfoga la propria frustrazione attraverso liti con i coetanei e dal ballo, tutto questo cambia nel momento in cui arriva nella vita della famiglia Connor, il nuovo fidanzato della madre, interpretato da Michael Fassbender, che incarna alla perfezione un uomo giovane, sexy, affascinante e ambiguo. Mia è immediatamente attratta da lui, il quale la ricambia guardandola e flirtando con lei come un uomo, mentre in altri sembra svolgere un ruolo “paterno” , da questa ambivalenza scaturiranno delle conseguenze, ossia un rapporto sessuale tra i due consumato mentre la madre della ragazza sta dormendo ubriaca al piano di sopra.
Connor rendendosi conto di aver commesso un errore ed un reato lascia la casa per ritornare dalla sua famiglia.


Il ruolo di Connor è fondamentale nella sua ambivalenza, in quanto per quanto possa sembrare strano lui è la figura più positiva nella vita di Mia, incoraggiandola a perseguire i suoi sogni (il ballo) ed anche ad avere maggiore fiducia in se stessa dal punto di vista estetico facendole dei complimenti ed avendo cura di farle notare quanto sia carina in alcuni momenti, cosa che non le era mai successa.
Connor uscirà dalla loro vita, ma Mia non sentirà mai di aver subito un abuso sessuale, perché non si era comportata innocentemente nei confronti dell’uomo e perché attraverso di lui ed il suo sostegno riesce ad allontanarsi dalla casa materna per seguire un ragazzo che si è innamorato di lei, quindi il finale è positivo.

In tutti questi elementi si trova la grandezza di questo film nell’elaborazione a 360° delle relazioni e delle dinamiche tra i protagonisti, dalla bravura di Katie Jarvis e Michael Fassbender ad interagire ed a lavorare in maniera libera, infatti la peculiarità di questo film risiede anche nel fatto che non c’era una sceneggiatura scritta in precedenza, ma un soggetto che veniva elaborato quotidianamente dagli attori e dalla regista e vedendone il risultato non si può far altro che complimentarsi con tutte le parti coinvolte.
Voto 9

Gina Carlini

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